11 cose da fare per evitare che la formazione obbligatoria diventi una tortura
La “Formazione di Legge” è sicuramente uno dei temi più spinosi nell’ambito della formazione poiché viene vissuta dalle persone come una costrizione. Per chi si occupa di formazione aziendale, invece, si tratta di una grande scocciatura che sottrae tempo ai veri progetti formativi. Di conseguenza, l’impegno e le risorse destinate al Compliance Training sono quantificabili, molto spesso, nel “minimo sindacale”.
In realtà, la formazione sulla compliance non è un’attività astratta o accademica, ma è parte essenziale di una buona performance, oltre che un requisito legale. I rischi e le conseguenze di una formazione carente sono decisamente rilevanti: si parla di danni finanziari, reputazionali, sanzioni amministrative e anche di conseguenze penali.
Non dobbiamo mai trascurare il fatto che la formazione sulla compliance riguarda un grande numero di utenti (spesso, la totalità dei dipendenti) e totalizza un elevato numero di ore. Il paradosso, dunque, è che dedichiamo scarsa attenzione e risorse proprio alla formazione più diffusa e importante.
L’elevata partecipazione ai corsi obbligatori, anche se forzata, può invece diventare una grande opportunità per sperimentare tecniche di coinvolgimento da trasferire poi su altre attività formative. Ma, a ben guardare, quando un’attività formativa riguarda tutti i dipendenti, le opportunità possono essere molte altre. La sfida è proprio questa: riuscire a trasformare la formazione obbligatoria in qualcosa di coinvolgente ed utile.
Vediamo, dunque, alcune cose che possiamo fare per migliorare questo tipo di formazione.
Cominciamo da quelle che riguardano la progettazione dei corsi online. Poi penseremo anche a qualche strategia di ingaggio e coinvolgimento.
1. Utilizzare un linguaggio semplice
Trattandosi di materie che toccano aspetti normativi, si tende ad utilizzare un linguaggio giuridico che, naturalmente, è molto distante da quello di uso corrente. Questo rende molto più faticoso l’apprendimento.
Se è vero che, trasferendo una norma nel linguaggio comune c’è il rischio che si creino interpretazioni soggettive, dobbiamo però considerare che l’interpretazione soggettiva è inevitabile. Tanto vale che sia l’esperto di contenuto a trasferire i concetti tecnici utilizzando un linguaggio comune.
2. Evitare continui richiami agli articoli di legge
È inutile ostinarsi a citare gli articoli di legge. Frasi come “ai sensi dell’art. 4 comma 2 del Decreto Legge n. … del 24 gennaio …” non fanno che complicare l’apprendimento. Chi ascolta deve imparare a memoria gli articoli di legge? Probabilmente no. Quindi, per semplificare l’esposizione, i riferimenti normativi possono essere inseriti negli allegati. In fase di esposizione ci limiteremo a citarne solamente le parti più rilevanti.
3. Trattare casi reali
L’inserimento di casi reali, che possono riguardare il contesto esterno o interno, aiuta a contestualizzare la normativa, comprenderne il significato e l’impatto della stessa in termini di costi/benefici. I casi reali, inoltre, ci aiutano a ricordare il senso della normativa.
4. Creare interazione
Cerchiamo di fare in modo che l’utente non resti un soggetto passivo e sottoponiamogli delle attività che siano interessanti, plausibili e molto vicine alla realtà operativa. Facciamo muovere il learner all’interno di storie o scenari interattivi e, sicuramente, il suo atteggiamento nei confronti della materia subirà una svolta positiva.
5. Alleggerire l’esposizione
Trattandosi di materie tecniche, a volte piuttosto impegnative, è opportuno inserire momenti che possano alleggerire il tono espositivo. Non dobbiamo temere di sminuire l’importanza della materia trattata. L’utilizzo di un po’ di umorismo, qualche immagine divertente, una metafora o qualche “storiella” possono servire a mantenere alta l’attenzione e migliorare l’apprendimento.
6. Inserire una “mission”
Nel costruire lo storyboard del corso, pensiamo ad un obiettivo che l’utente dovrà raggiungere attraverso la fruizione del corso. Prendiamo spunto dalla gamification: possiamo inserire livelli, punteggi, sfide o attività di diversa natura.
7. Fare in modo che il corso sia facilmente fruibile
Per fare in modo che gli utenti possano sempre trovare tempo e spazio per la fruizione del corso, frazioniamo i contenuti in piccole unità didattiche e cerchiamo di renderlo fruibile da smartphone. In questo modo, anche i piccoli ritagli di tempo consentiranno di proseguire nello studio.
Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo di qualche strategia per aumentare l’ingaggio, possiamo considerare opzioni di diverso tipo.
8. Evitare di affidarsi solo a fonti esterne
I corsi sulla compliance sono generalmente disponibili sul mercato per un “acquisto a catalogo”. Questo, naturalmente, fa sì che il contenuto sia poco contestualizzato rispetto alla nostra realtà operativa. Acquistare un corso già pronto è sicuramente la strada più breve; ma non è detto che sia anche la più utile. La soluzione ottimale, dunque, è quella di contribuire alla stesura del corso o chiedere al fornitore una personalizzazione dei contenuti.
9. Ingaggiare qualche “influencer”
All’interno del corso o in sede di lancio dell’iniziativa formativa, possiamo ricorrere a video interviste o testimonianze di esponenti aziendali che costituiscono un punto di riferimento per i destinatari del corso. Possiamo anche inserire alcuni video di dipendenti raccontano qualche loro esperienza; meglio ancora se si tratta di best practices. Insomma, le testimonianze delle persone rendono più concreto il contenuto da trattare e, com’è noto, i video dei colleghi aumentano sempre lo share!
10. Creare un evento intorno all’attività formativa
Le piattaforme di videoconferenza ci offrono l’opportunità di poter lanciare l’attività formativa attraverso un piccolo evento online in cui testimonial, influencer ed esperti di contenuto possono raccontare in diretta le loro esperienze e stimolare la partecipazione alle attività formative. Sta a noi fare in modo che l’evento diventi qualcosa di coinvolgente e non una mera anticipazione dei contenuti del corso.
11. Creare un’attività di gruppo o un contest
L’evento può servire anche per lanciare attività di gruppo. Ad esempio, ogni team, filiale o area commerciale deve costruire delle proposte per migliorare l’operatività e mitigare i rischi di compliance. Possiamo raccogliere alcune esperienze o best practices da sottoporre, in un evento finale, ad una votazione per premiare le più votate o apprezzate. Oppure, possiamo, inserire i suggerimenti ricevuti in un handbook da distribuire ai dipendenti per condividere tutte le best practices. Insomma, come abbiamo visto, le idee per evitare di vessare e torturare le persone con i corsi obbligatori non mancano. Dobbiamo solo cambiare il nostro atteggiamento progettuale e fare in modo che queste attività formative, proprio perché riguardano la totalità dei dipendenti, diventino molto efficaci e coinvolgenti.