4 diversi modi per dare un feedback
Il feedback nel processo di apprendimento riveste un ruolo fondamentale. Questo lo sappiamo tutti. Ma come mai questo potente strumento viene spesso trascurato o applicato in modo approssimativo? Certo, fornire un feedback senza aver interagito dal vivo con il discente non è banale. Ma, proprio per questa ragione, nel progettare un corso di formazione online, occorre valutare con attenzione ogni momento di feedback e trovare la soluzione ottimale. Nell’articolo che segue, faremo alcune riflessioni sulla funzione del feedback e sui diversi approcci che possiamo utilizzare in relazione al ruolo assegnatogli.
Per prima cosa, chiediamoci: quale ruolo vogliamo assegnare al feedback?
- Deve trattarsi di un semplice riscontro ad un test di apprendimento?
- Deve servire allo studente, per avere consapevolezza delle sue conoscenze o capacità?
- Deve guidare e supportare lo studente nel processo di apprendimento?
Naturalmente, la modalità con cui imposteremo i feedback sarà una conseguenza del ruolo assegnatogli. Procediamo in ordine di complessità.
- Nessun feedback
Quando l’obiettivo delle esercitazioni è quello di verificare le competenze possedute dai learners (ad esempio, test di inizio corso o esami di certificazione) non dobbiamo fornire nessuna indicazione sulla correttezza delle risposte e limitarci a mostrare agli utenti il punteggio ottenuto. Ricordiamoci però che il mancato superamento di un test provoca frustrazione e quindi, per evitare di creare demotivazione, cerchiamo di integrare il punteggio con qualche messaggio che stimoli l’utente a rivedere i contenuti del corso e rifare il test.
- Nessun feedback immediato
Se stiamo svolgendo una simulazione in cui l’utente deve eseguire una serie di azioni in autonomia, non è opportuno fornire feedback immediato al termine di ogni singola azione poiché condizioneremmo le scelte successive. Al termine dell’esercitazione, però, possiamo valutare diverse opzioni. La prima potrebbe essere quella di fornire un feedback di sintesi (ad esempio un punteggio) e suggerire all’utente di rifare l’esercitazione per ottenere un risultato migliore. In alternativa, si potrebbe esporre l’elenco delle domande e delle relative risposte (evidenziando quelle non corrette). Questa opzione, però, si rivela poco efficace quando il numero di domande è elevato, poiché diventerebbe difficile memorizzare tutti i contenuti. Una terza soluzione, dunque, potrebbe essere quella di fargli rifare il percorso fornendo, questa volta, il feedback ad ogni singolo passaggio dell’esercitazione.
- Feedback semplice
Si tratta della modalità più diffusa: dopo che il learner ha risposto ad una domanda, si fornisce una risposta di sintesi (risposta corretta, non corretta) e un breve commento che illustra il contenuto trattato. Molte volte il commento è presente solo a fronte di risposte non corrette. Questa impostazione, tuttavia, trascura l’ipotesi che l’utente possa aver semplicemente “indovinato” la risposta. Pertanto, è utile esporre il commento in ogni caso, differenziandone leggermente il contenuto. Ad esempio: “La risposta non è corretta. Considera che…” oppure “Ottimo! La risposta è corretta. Infatti…”.
- Feedback strutturato
In questo caso, le domande ed i relativi feedback sono parte integrante di un percorso di apprendimento interattivo. Gli argomenti vengono trattati attraverso una introduzione al contenuto ed una o più domande a cui fanno seguito i relativi feedback che, con questa modalità, giocano un ruolo di approfondimento. Questa soluzione tiene alto il livello di attenzione e garantisce un’elevata efficacia nell’apprendimento.
Le diverse opzioni, naturalmente, possono coesistere all’interno del medesimo percorso formativo. Ad esempio, possiamo utilizzare la modalità “no feedback” nel test di inizio corso (per fornire allo studente una valutazione iniziale delle competenze possedute), il feedback strutturato durante il corso (per rafforzare il processo di apprendimento) e quello semplice alla fine del corso (per consolidare l’apprendimento e mostrare i progressi).
Un aspetto di cui non abbiamo parlato riguarda le tecniche con cui scrivere e valutare l’efficacia delle domande e delle relative opzioni di risposta. Un’errata impostazione del livello di difficoltà, ad esempio, può vanificare l’attendibilità dei risultati o l’efficacia dei feedback in termini di apprendimento. Si tratta però di un argomento piuttosto ampio che tratteremo in altri articoli.
In qualsiasi caso, ogni volta che diamo un feedback, commentiamo in modo positivo le azioni svolte, cerchiamo di stimolare l’utente a migliorarsi e concludiamo con una call to action come, ad esempio: “Ottimo! Prosegui nel corso…”, “La risposta non è del tutto corretta. Ti consigliamo di rivedere l’argomento…” oppure “Clicca qui per…”.
In questo modo il nostro feedback sarà qualcosa di diverso dall’antipatica penna rossa!