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7 modelli di base per creare scenari coinvolgenti

In alcuni dei nostri articoli abbiamo sottolineato come le esperienze di apprendimento basate su scenari siano, generalmente, molto più coinvolgenti ed efficaci rispetto alla lezione tradizionale. Gli scenari, inoltre, aiutano i discenti a ricordare quanto appreso, anche nel lungo periodo.

Nell’articolo che segue, forniremo alcune idee per creare scenari che fungano da filo rosso, struttura o storytelling, per l’esposizione dei contenuti didattici.

Il presupposto di base affinché uno scenario possa effettivamente migliorare l’apprendimento e renderlo più piacevole è quello dell’interattività: l’utente deve avere un ruolo attivo.

All’interno dello scenario di apprendimento, il discente deve essere artefice dei processi decisionali, affrontare casi e situazioni, fare delle scelte e ricevere continui feedback che, con questo approccio metodologico, possono diventare delle vere e proprie lezioni.

È possibile creare scenari lineari o ramificati. Nel primo caso, abbiamo un percorso standard; nel secondo, il percorso di apprendimento varia in relazione alle scelte effettuate dall’utente.

Lo storyboard, nella progettazione dello scenario, può assumere diverse forme ma, in ogni caso, è lo strumento fondamentale per fare in modo che la navigazione all’interno del contesto formativo assuma un significato ben chiaro.

Nel complesso, dunque, gli scenari rappresentano un ambiente di apprendimento dinamico in cui lo studente interagisce con i contenuti invece di subirli passivamente.

Dopo aver esaminato alcune delle caratteristiche comuni a tutti gli scenari, ecco qualche idea per progettare percorsi formativi dinamici, interattivi e coinvolgenti.

  1. Percorso a ostacoli
    Può assumere diverse forme ed essere rappresentato anche attraverso una semplice mappa grafica. Se non abbiamo molto tempo a disposizione, possiamo ispirarci ai giochi da tavolo come il “Gioco dell’oca” o “Monopoli”. In ogni caso, l’avanzamento nel percorso è determinato dallo svolgimento di alcune attività (come case study o quiz) e dalle risposte fornite dall’utente. Le dinamiche da applicare al gioco, per renderlo più imprevedibile e coinvolgente, possono essere molteplici. Ad esempio, si arretra di qualche casella in caso di risposta errata o, come nel gioco del Monopoli, si è costretti a fronteggiare alcuni imprevisti.
  2. Esplorazione
    In questo caso, il percorso da seguire non è lineare e il discente deve muoversi all’interno di una mappa che può rappresentare diversi scenari (ad esempio, una città o l’interno di uno stabile).
    A differenza del percorso lineare, che prevede uno sviluppo predefinito degli argomenti da trattare, nel caso dello scenario esplorativo non ci sono propedeuticità o vincoli e l’utente può muoversi liberamente incontrando persone, negozi, uffici e situazioni che dovrà affrontare per scoprire i contenuti del corso.
    Si tratta di uno scenario perfetto per sviluppare, ad esempio, un percorso di onboarding: il neo assunto si muove all’interno degli uffici dell’azienda e scopre le diverse attività svolte da ciascuna funzione aziendale.
  3. Quiz
    Anche in questo caso, abbiamo a disposizione moltissimi format da cui trarre idee: possiamo ispirarci a quiz televisivi o giochi da tavolo. Questa soluzione può essere arricchita attraverso l’applicazione di diversi elementi di gamification: livelli di gioco, gadget virtuali, obiettivi ecc.
    È particolarmente adatta a contenuti di microlearning come, ad esempio, l’apprendimento delle lingue.
    In questo tipo di apprendimento, ogni contenuto è autoconsistente e, attraverso piccoli feedback, è possibile fare in modo che il learner acquisisca solide basi di conoscenza.
  4. Telegiornale
    È un format che consente di trattare molti argomenti, anche scollegati tra loro, in modo dinamico, rapido e coinvolgente. Attraverso i “servizi” le “interviste” o le “breaking news”, possiamo inserire contenuti di ogni genere senza avere particolari vincoli. Il limite di questa soluzione è nella scarsa interattività e quindi, è consigliabile per progetti formativi in cui l’obiettivo principale è quello di informare più che formare.
  5. Scenario esplorativo 3D
    In questo caso, l’utente deve muoversi all’interno di uno scenario 3D che, normalmente, replica la realtà di lavoro, per sperimentare situazioni reali. È particolarmente adatto per quelle situazioni in cui non è possibile sperimentare direttamente sul campo. Attraverso questo tipo di scenario possiamo, ad esempio, rappresentare i comportamenti da seguire in caso di incendio.
  6. Costruire, montare o creare
    Come si può intuire, è una soluzione particolarmente adatta per chi necessita di una formazione di carattere pratico; ad esempio, per chi si occupa di manutenzione di impianti. Ma può anche essere utilizzata in molti altri contesti, come quello della moda. L’utente ha a disposizione diversi oggetti che deve combinare tra loro per poter svolgere una specifica attività. I compiti assegnati, naturalmente, replicano il contesto di lavoro.
  7. Mission
    Si tratta di uno scenario in cui il learner deve raggiungere un obiettivo specifico attraverso lo svolgimento di diverse attività coerenti con il tipo di competenze che vogliamo sviluppare o consolidare. È un format che, per la sua elasticità, consente di inserire attività di ogni genere. Anche in questo caso, naturalmente, è possibile utilizzare diversi elementi di gamification, che possono contribuire a rendere questa soluzione molto ingaggiante e divertente.

Ognuno degli scenari visti finora può essere sviluppato in combinazione con altri, dando origine a nuove soluzioni. Ad esempio, possiamo inserire una specifica mission all’interno di uno scenario esplorativo. Se poi consideriamo le metafore a cui possiamo ispirarci, è chiaro che ispirandosi a questi modelli è possibile creare una vasta gamma di scenari che possono rendere l’esperienza di apprendimento piacevole ed efficace.

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Articoli correlati:

L’utilizzo degli scenari per migliorare l’apprendimento

Come creare uno storyboard efficace

4 diversi modi per dare un feedback

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