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8 fattori che causano sovraccarico cognitivo

8 fattori che causano sovraccarico cognitivo siquis

L’esigenza di dover comprimere i contenuti in tempi di fruizione ridotti può creare, nell’ambito dei corsi elearning, situazioni di sovraccarico cognitivo che possono ridurre o, nei casi peggiori, vanificare l’apprendimento. Il nostro cervello ha una capacità di assorbimento che varia in relazione a diversi fattori e, soprattutto, in base all’età. Quando ci si occupa di formazione aziendale, destinata quindi ad una popolazione adulta, evitare questo problema è fondamentale.

Se un allievo riceve troppe informazioni, la sua capacità di apprendimento si blocca, subentra demotivazione e tutto diventa inutile. La stessa cosa vale per la memoria: ci sono dei limiti alla quantità di informazioni che è possibile ricordare, anche se ben comprese nel momento dell’apprendimento. Ai nostri fini, consideriamo che esistono due tipi di memoria: la memoria di lavoro (quella che ci consente, passo dopo passo, di apprendere) e la memoria a lungo termine (quella che ci consente di immagazzinare informazioni da tirare fuori al momento opportuno). Gestire bene il carico cognitivo fa sì che la memoria di lavoro possa trasmettere alla memoria a lungo termine tutte le informazioni in modo corretto ed efficiente.

Ciò premesso, prendiamo in esame alcuni fattori che possono generare sovraccarico cognitivo e vediamo quali possono essere gli accorgimenti che favoriscono l’apprendimento e la memoria:

  1. Troppi concetti o troppe informazioni
    Non tutte le informazioni rappresentano una conoscenza indispensabile. Anche se l’esperto di contenuti che ci supporta nella progettazione del corso ritiene che i dettagli possano fare la differenza, occorre andare per gradi. In prima battuta, l’unica cosa da domandare al discente è quella di comprendere i concetti chiave e rimandare gli approfondimenti, se necessari, ad un momento successivo. Facciamo in modo che l’utente possa attingere alle informazioni in autonomia, argomento per argomento, frammentando il corso in tante micro unità didattiche che siano facilmente riconducibili all’argomento principale.
  2. Tempi troppo rapidi
    Ogni concetto richiede tempi di comprensione e assimilazione che variano da persona a persona. Consideriamo che, all’interno di un corso di formazione possono esserci argomenti già conosciuti o argomenti nuovi. I tempi li deve decidere l’utente in relazione alle sue specifiche esigenze. Per questa ragione, è opportuno evitare di erogare troppi contenuti all’interno dello stesso frame (ad esempio, un unico video o una sola slide) e dividere i concetti in piccoli blocchi. Così facendo, l’utente avrà la possibilità di gestire i tempi di fruizione a sua discrezione.
  3. Ambiente grafico caotico
    L’inserimento di troppi elementi grafici (colori, cornici, immagini, testi, sottolineature, ecc.) distoglie l’attenzione dal messaggio principale. Proprio per questa ragione, ogni singola videata deve essere ripulita da qualsiasi elemento superfluo. Come sempre, vale la regola “less is more”.
  4. Mancanza di contesto
    Quando i concetti vengono esposti in modo astratto è più difficile apprendere e ricordare. Per evitare questo problema, le parti più nozionistiche devono sempre essere collegate ad esempi, situazioni reali o casi aziendali.
  5. Lingua utilizzata
    Le società multinazionali tendono ad erogare i corsi in una sola lingua (generalmente l’inglese). Anche quando abbiamo la certezza che tutti i destinatari conoscano bene la lingua scelta per il corso, occorre considerare che il nostro cervello processa le informazioni nella lingua madre. Di conseguenza, la fruizione di contenuti didattici in lingua straniera richiede uno sforzo aggiuntivo non indifferente in fase di comprensione ma, soprattutto, in fase di memorizzazione dei contenuti. Per ovviare a questo inconveniente, abbiamo diverse soluzioni. La più efficace è quella di accompagnare lo speech con immagini, metafore visive e schemi di facile comprensione. Naturalmente, la sintassi ed il vocabolario dovranno essere basici e, se possibile, dobbiamo dare all’utente la possibilità di avere il testo dello speech in sovraimpressione. Una buona ed economica soluzione per ovviare a questo problema potrebbe essere quella di predisporre una sintesi del corso, tradurla in più lingue (almeno quelle principali) e metterla a disposizione per il download.
  6. Disturbi esterni
    Quando la fruizione di un corso avviene nell’ambiente di lavoro, è molto probabile che il learner debba interrompersi piuttosto spesso. Purtroppo, se l’utente non ha modo di staccarsi dalla sua attività, è inevitabile. A questo dobbiamo aggiungere anche tutte le altre distrazioni di varia natura, incluse quelle provenienti dai social network. Ancora una volta, una buona soluzione può essere quella di creare micro contenuti auto consistenti e, possibilmente, interattivi. In questo modo ridurremo l’impatto delle interruzioni poiché, al rilancio dell’attività didattica, non sarà necessario “riprendere il filo del discorso”.
  7. Informazioni contrastanti
    Quando lo speech è accompagnato da immagini o schemi visivi, il nostro apparato sensoriale ed il nostro cervello devono fare un doppio lavoro: interpretare il significato del testo e quello delle immagini. Quando immagini e testo si integrano perfettamente, l’apprendimento risulta più rapido e gradevole. Se, invece, il significato dei supporti visivi si discosta dalle parole, l’utente deve fare uno sforzo aggiuntivo che genera sovraccarico cognitivo.
  8. Stress
    Lo stress, in piccole dosi, aiuta a tenere alta l’attenzione e motivare gli studenti. Ma un livello di stress troppo alto può ostacolare il processo di apprendimento. Ad esempio, l’inserimento di piccole sfide all’interno del corso è un fattore che funziona ma a condizione che non affatichi troppo la mente.
    Un’altra soluzione per alleggerire lo stress può essere quello di inserire dei piccoli momenti di pausa per riepilogare i concetti esposti o delle piccole attività ludiche.

L’elenco fornito, ovviamente, non può essere esaustivo. Consideriamo, ad esempio, l’utilizzo di un linguaggio non familiare o piuttosto articolato. Oppure, il continuo richiamo a formule, codici, acronimi o riferimenti normativi.

Quello che conta è essere consapevoli che la semplicità e la chiarezza vincono sempre!

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