Quando la voce può fare la differenza: come ottenere un voice over efficace
Un elemento spesso trascurato o sottovalutato nel mondo dell’elearning è il voice over. A volte, un doppiaggio sbagliato può compromettere corsi ben progettati e curati in ogni altro aspetto. Eppure, prestando attenzione ad alcuni aspetti tecnici e adottando qualche piccolo accorgimento, la voce e l’espressività del narratore possono fare la differenza e dare una forte spinta in termini di coinvolgimento, chiarezza ed efficacia del corso. Vediamo meglio di cosa si tratta e vediamo, soprattutto, cosa fare per trarre il massimo beneficio dal voice over.
- Tutto dipende dal testo
Il doppiatore è, in moltissimi casi, una persona che ha studiato recitazione e, quindi, può aggiungere molta espressività ed enfasi al contenuto trattato. Ma il testo che deve recitare gioca un ruolo cruciale. Per fare alcuni esempi, uno script poco fluido o pieno di termini tecnici poco conosciuti lo metterà nella condizione di non potersi esprimere al meglio e di perdere la sua naturalezza. Un testo con paragrafi troppo lunghi gli toglierà il fiato e non gli consentirà di poter inserire delle pause che, invece, possono generare curiosità, attesa e suspence. - Istruire adeguatamente lo speaker
Un doppiatore professionista, soprattutto se si dedica in modo prevalente alla formazione online, sa già come muoversi per riuscire ad essere chiaro e coinvolgente. Tuttavia, prima di inviargli i testi, rileggiamoli pensando a quali possono essere le parole chiave da enfatizzare, quali pause inserire per creare suspense, quale tono dare ad una certa frase e così via. Poi, nel margine destro dello script inseriamo una colonna con le “note per lo speaker” e completiamola con le indicazioni del caso. Avendo chiaro quali sono i passaggi più importanti, per lo speaker sarà più facile interpretare il testo. Se possibile, scriviamo al doppiatore qualche riga in cui illustriamo gli obiettivi del corso, il tipo di platea e quello che ci aspettiamo dal voice over. - Vietato utilizzare voci robotiche
Dopo quanto è stato appena detto, è evidente che nessun robot, almeno ad oggi, potrà esprimere emozioni ed empatia quanto un attore umano. Tuttavia, capita di vedere corsi che utilizzano voice over realizzati attraverso tool che trasformano uno script in audio. È evidente come questa scelta, pur facendo risparmiare qualche euro, renderà qualsiasi contenuto formativo noioso e inefficace. - Attenzione al ritmo espositivo
Il ritmo espositivo è decisamente importante poiché, se lo speaker parla lentamente, c’è il rischio di annoiare la platea mentre, se parla troppo velocemente, chi ascolta non avrà il tempo per comprendere i concetti illustrati. La soluzione è quella di alternare le due cose. Le giuste variazioni di ritmo e le pause, infatti, attirano l’attenzione e rendono più coinvolgente l’esposizione. - Scegliere il giusto tono e stile espositivo
La scelta della voce, del tono e dello stile espositivo deve essere coerente con la materia trattata ed il tipo di messaggio che vogliamo trasmettere. Possiamo chiedere allo speaker di utilizzare un tono informale, affabile, amichevole, formale, severo, divertente e così via. Oppure, possiamo chiedergli di cambiare atteggiamento in relazione ad un particolare messaggio da trasmettere in un preciso momento del corso. Anche in questo caso, per quanto possibile, meglio variare il tono espositivo in relazione alla tipologia di contenuto. In ogni caso, ricordiamoci che la scelta del tono espositivo deve essere coerente con il testo e non deve diventare troppo teatrale. - Utilizzare i background musicali con cognizione di causa
Guardando i documentari, ci saremo accorti che la voce narrante viene spesso accompagnata da un leggero sottofondo musicale. Se, da un lato, la musica può rendere più dinamica e piacevole l’esposizione, dall’altro può diventare fonte di distrazione. Può, invece, essere utile contrassegnare i cambi di scena con qualche breve stacchetto musicale che alleggerisce l’esposizione. Il nostro consiglio, dunque è quello di “maneggiare con cura”. - Valutare la durata delle pause
Poiché voce narrante e contenuti visivi viaggiano in parallelo, occorre lasciare all’utente il tempo necessario per ascoltare lo speaker e, contestualmente, leggere i contenuti che compaiono sullo schermo. Tra un concetto e l’altro, sempre meglio lasciare qualche secondo in più, per fare in modo che il discente abbia il tempo necessario per riflettere e comprendere.
Dunque, come abbiamo visto, la voce fuori campo può dare una forte spinta al valore dei corsi online ed offre diversi vantaggi: aiuta a coinvolgere, favorisce l’apprendimento e facilita la memorizzazione dei contenuti. Tuttavia, questi vantaggi possono essere ottenuti solo se la voce fuori campo è costruita con cura e offre un valore reale all’esperienza complessiva dell’eLearning.
Articoli correlati:
Background musicali – quando e come usarli