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Come aumentare il tasso di completamento dei corsi

Accade molto spesso che gli sforzi fatti per realizzare corsi di formazione online non vengano adeguatamente ripagati dal livello di partecipazione e completamento da parte degli utenti. Questo, naturalmente, comporta un certo grado di frustrazione da parte di chi, nel progettare i corsi, si aspettava il massimo gradimento da parte della platea. In realtà, quando un corso non viene completato, occorre distinguere tra fattori interni ed esterni.

I fattori interni sono riconducibili alla progettazione del corso: probabilmente abbiamo sottovalutato qualche aspetto che avrebbe potuto rendere il corso più ingaggiante. In questo caso, le cause più ricorrenti possono essere le seguenti:

Il contenuto del corso non è abbastanza interessante

Questo può significare che abbiamo selezionato male la target population oppure che il livello dei contenuti non è adeguato rispetto alle aspettative dei partecipanti in quanto troppo alto o troppo basso. Questo genere di problema può essere evitato se, in fase di progettazione, esaminiamo con la dovuta attenzione i bisogni formativi dei destinatari del corso. A tal fine, come sempre, possiamo avvalerci di diversi strumenti come interviste, sondaggi, focus group o assessment.

Il corso è noioso

In questo caso, la platea di riferimento è potenzialmente interessata ma, evidentemente, in sede di progettazione abbiamo scelto la strada più breve ed abbiamo trascurato gli aspetti che possono rendere più ingaggiante un corso di formazione.

Il corso non è chiaro

La chiarezza espositiva è sicuramente uno degli elementi che contribuiscono a tenere l’utente incollato allo schermo. La mancanza di chiarezza può essere causata da diversi fattori. A volte accade che mancano i passaggi logici che legano un argomento all’altro. In altri casi i concetti vengono esposti in una modalità poco familiare. Quando un corso non è chiaro, l’utente perde interesse man mano che trascorrono i minuti. I testi del corso, quando sono scritti bene, hanno un ruolo cruciale nel coinvolgere la platea.

Lo storytelling manca o non funziona

A meno che non si tratti di contenuti di pochi minuti, è molto probabile che il corso venga fruito in più momenti. Prendiamo spunto dalle serie televisive e facciamo in modo che al termine di ogni episodio ci sia qualcosa che incuriosisce e spinge lo spettatore a “scoprire cosa accadrà dopo”. In fase di scrittura dello storyboard, dunque, occorre inserire al termine di ogni singolo argomento qualcosa che spinga l’utente verso l’argomento successivo. Netflix insegna!

Mancano le interazioni (o non sono adeguate)

Le attività in cui l’utente ha un ruolo attivo sono, naturalmente, molto più coinvolgenti rispetto a quelle in cui occorre solo ascoltare. In fase di progettazione, dunque, facciamo in modo che l’esposizione dei contenuti non abbia una durata eccessiva e sia sempre seguita da un’attività pratica in cui l’utente deve svolgere compiti sfidanti.


I fattori esterni, invece, riguardano aspetti che non sono necessariamente connessi alla formazione o al contenuto formativo. Anche se l’elenco potrebbe essere più lungo, citiamo le cause di abbandono più ricorrenti:

I dipendenti non hanno abbastanza tempo

Premesso che spesso può trattarsi di un alibi, la soluzione può essere quella di creare piccoli moduli formativi autoconsistenti (microlearning) che possono essere facilmente richiamati in relazione a specifiche esigenze lavorative. Il contenuto formativo, dunque, entra a far parte dei processi di lavoro. Ad esempio, se si tratta di un’attività di data entry, possiamo fare in modo che l’utente possa ottenere una micro lezione semplicemente cliccando sul pulsante “info” presente vicino ai campi da completare. In ogni caso, il microlearning, se ben strutturato, consente all’utente di poter sfruttare anche piccoli spazi di tempo da ritagliare durante la giornata.

Limitata accessibilità ai contenuti

Per fare in modo che i contenuti formativi possano essere fruiti in ogni luogo, in ogni momento e con qualsiasi device, occorre che vengano realizzati seguendo la logica del “mobile-friendly”. In sede di progettazione, dunque, sarà necessario pensare a contenuti che siano facilmente fruibili anche da smartphone.

Mancanza di tutoring o assistenza

Quando la durata di un percorso formativo online è piuttosto impegnativa, la mancanza di assistenza o di una persona di riferimento fa sì che l’utente possa sentirsi abbandonato o poco stimolato. In questi casi, è sempre opportuno prevedere degli incontri, anche tramite call conference, per fare check intermedi, motivare i partecipanti o aiutarli a superare le eventuali difficoltà incontrate durante il percorso.

Mancanza di “richiami” o solleciti

Come mai i “corsi obbligatori” hanno un elevato tasso di completamento? Beh, la risposta è semplice: perché tutti i destinatari vengono “stressati” dai solleciti.

Ora, dal momento che non è coerente sollecitare il completamento di un corso “on demand”, possiamo comunque inviare dei promemoria a tutti quelli che, pur avendo cominciato un corso, non lo hanno completato. Se vogliamo evitare il promemoria “ad personam”, che potrebbe infastidire chi lo riceve, possiamo periodicamente rilanciare l’attività formativa attraverso comunicazioni che ne sottolineano l’utilità.

Il contenuto formativo è scollegato dal percorso di carriera

I corsi proposti al personale aziendale hanno lo scopo di migliorare le competenze e la professionalità dei dipendenti e, quindi, di favorire la loro crescita in termini di carriera. In molte realtà, purtroppo, la formazione viene invece percepita come qualcosa che distoglie il lavoratore dalla sua attività e dal core business aziendale.  

In un mondo perfetto, formazione, crescita professionale e carriera dovrebbero far parte del medesimo percorso. È chiaro che, quando il completamento di un percorso formativo è propedeutico ad un cambio di ruolo o ad una crescita in termini di carriera, la motivazione del dipendente raggiungerà i massimi livelli e il business potrà avvalersi di persone sempre più preparate. Un modo per ovviare al problema può essere quello di chiedere alle strutture di business la “sponsorizzazione” delle attività formative, affinché le stesse vengano percepite come parte dell’attività di business.

Mancanza di un “sistema premiante”

Possiamo migliorare il tasso di completamento delle attività formative attraverso piccole “ricompense” di diversa natura. Naturalmente non stiamo parlando di ricompense in denaro (sarebbe troppo facile…), ma di piccoli segnali che rappresentino un riconoscimento o ringraziamento “ufficiale” per l’impegno profuso nello svolgimento dell’attività formativa. A volte basta un piccolo premio (come, ad esempio, la consegna di un attestato, un badge o un gadget) per trasformare un’attività formativa in una sfida personale.

Come abbiamo già detto, esistono diversi fattori che portano i discenti ad abbandonare un corso. La cosa importante è quella di non dare mai per scontato che una proposta formativa utile e ben fatta sia garanzia di un elevato tasso di completamento.

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