L’ecosistema di apprendimento: una strategia per migliorare le performance
C’è un modo per evitare di rincorrere continuamente le esigenze formative ed essere sempre “time to market”? Cosa possiamo fare per intercettare correttamente i bisogni formativi dei dipendenti ed essere sicuri che la nostra formazione contribuisca a migliorare la loro performance?
Sono alcune delle domande che si pone ogni persona che lavora nel mondo della formazione.
Le risposte possono essere molte e, volendo sintetizzare, potremmo dire che la soluzione consiste nel fare in modo di progettare una “formazione efficace”. Questo, però, presuppone che il lavoro di analisi, progettazione, sviluppo ed erogazione sia affidato ad uno specifico e numeroso gruppo di lavoro.
Il concetto di “ecosistema formativo”, invece, prevede che tutti possano facilmente attingere ai contenuti formativi e, nello stesso tempo, possano contribuire a crearne di nuovi.
Il web è pieno di esempi. Il più illustre è, probabilmente, Wikipedia. Ma, anche considerando piattaforme più informali, come YouTube o Instagram, possiamo vedere come la creazione di contenuti formativi (tipicamente, brevi video tutorial) sia lasciata interamente nelle mani degli utenti.
Dunque, ci troviamo di fronte ad un sistema in grado di autoalimentarsi attraverso la creazione dei contenuti da parte degli utenti (modalità nota come “user generated contents”).
Un ecosistema formativo, quindi, non è una tecnologia ma un moderno ed innovativo approccio strategico alla formazione. Certo, la creazione di un ecosistema formativo può richiedere specifiche tecnologie o piattaforme, ma a farlo funzionare è il contributo delle persone. Naturalmente, a differenza di quello che accade nel web, l’ecosistema formativo di un’azienda non può essere lasciato al libero arbitrio delle persone, ma deve essere sapientemente gestito, per fare in modo che i contenuti siano sempre corretti e coerenti con gli obiettivi e le strategie aziendali. La Formazione, intesa come struttura aziendale, non è esonerata dal progettare e creare contenuti; ma lo farà in modo coerente con i meccanismi dell’ecosistema formativo, per non romperne gli equilibri.
L’ecosistema formativo integra apprendimento, processi di lavoro, contenuti, risultati e tecnologie per fare in modo che vi sia perfetta continuità tra attività lavorativa e formazione. Questo fa sì che le risposte ai bisogni formativi possano arrivare in tempo reale.
In un mondo che si evolve molto rapidamente, l’approccio tradizionale della Formazione non è più sufficiente. Le soluzioni formative devono essere più dirette, efficaci e immediatamente disponibili.
Per riuscire a ottenere questo obiettivo, le strutture di Learning & Development devono fare in modo che sia possibile intercettare e mettere a fattor comune tutte le competenze e le best practices presenti in azienda. Occorre mettere in contatto le persone attraverso un network informale, per fare in modo che possano reciprocamente supportarsi, scambiare opinioni o suggerimenti.
Tutto questo può avvenire, appunto, solo attraverso un ecosistema formativo.
Analogamente a quello che accade in natura, dove, per il funzionamento dell’ecosistema occorre che siano rispettati determinati equilibri, anche in ambito aziendale è necessario trovare la giusta combinazione dei fattori e meccanismi che lo facciano funzionare. Ad esempio, la libertà di poter caricare contenuti formativi non può essere totale poiché, in qualche modo, la validità dei contenuti dovrebbe essere verificata prima della pubblicazione.
La creazione di un ecosistema formativo offre infinite possibilità di crescita e applicazione ma, nello stesso tempo, rappresenta una vera sfida per i professionisti di L&D poiché, rompendo schemi consolidati, richiede un notevole impegno, nuove competenze e un’ampia sperimentazione sul campo.
Ma vediamo ora quali possono essere alcuni dei componenti di un moderno ecosistema di apprendimento e crescita delle prestazioni. Alcuni componenti sono di tipo tecnologico, altri, invece, riguardano più l’approccio strategico da adottare. Consideriamo che oggi esistono già diverse piattaforme o LMS avanzati che offrono questi strumenti in un unico pacchetto.
Piattaforma social
Se vogliamo che gli utenti possano scambiare informazioni tra di loro, occorre una piattaforma in cui poter dialogare, condividere documenti o cercare risposte. Anche in questo caso, il web ci insegna che forum, blog o strumenti di collaborazione possono essere estremamente utili.
Strumenti di sviluppo della carriera
Ogni dipendente deve poter accedere ai piani e ai contenuti formativi ma anche a piani di sviluppo personali, valutazioni delle prestazioni o feedback.
Strutture di supporto alle prestazioni
Ogni dipendente deve poter richiedere, nei momenti di difficoltà, un adeguato supporto per essere nella condizione di garantire sempre la prestazione ottimale. Questo può avvenire tramite strutture dedicate, chatbox, soluzioni di realtà aumentata o tramite un network di colleghi.
Strumenti per la gestione delle conoscenze
Occorre che le informazioni rilevanti possano siano adeguatamente classificate e ordinate, per fare in modo che gli utenti possano facilmente trovarle.
Validazione, verifica e revisione dei contenuti
Per evitare che i contenuti possano diventare obsoleti o fuorvianti, occorre stabilire le regole di validazione, pubblicazione e revisione dei contenuti.
Apprendimento guidato e strutturato
Le soluzioni di apprendimento informale sono estremamente utili nel fornire risposte immediate ma, naturalmente, per l’erogazione di percorsi formativi strutturati, un ecosistema formativo non può fare a meno degli strumenti tradizionali (elearning, aula, aula virtuale, coaching, tutoring, training on the job, ecc.).
Come abbiamo detto, esistono piattaforme che contengono tutti gli strumenti per gestire un ecosistema formativo. Ma il punto non è questo. L’impegno più grande è quello di cambiare la cultura dell’apprendimento trasformando ogni discente in un potenziale docente.
Non possiamo aspettarci che i dipendenti si trasformino improvvisamente in docenti, blogger o influencer. Tuttavia, il terreno è molto fertile poiché le nuove generazioni conoscono molto bene le logiche della condivisione di contenuti e utilizzano le nuove tecnologie con molta creatività.
Trattandosi di un cambio di strategia di forte impatto, le difficoltà che potremmo incontrare sono molte. Dunque, il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di procedere per gradi.
Ad esempio, per avviare il processo di sharing e supporto, potremmo inizialmente identificare una serie di persone che fungano da esperti, collaborino alla stesura dei contenuti e offrano consulenza ai colleghi in difficoltà. Queste persone potrebbero essere ripartite per ruolo, competenze, team o territorio; in relazione al tipo di esigenza che devono soddisfare.
Dal momento che “il miglior modo di imparare è quello di insegnare”, avremo fatto crescere in poco tempo un buon numero di persone che, oltre ad essere diventate un riferimento per gli altri, avranno fatto da apripista per qualcosa che prima non veniva fatto. Di conseguenza, quando vorremo estendere il numero dei “generatori di contenuti”, tutti avranno già chiaro il tipo di vantaggio che potranno trarne!
Naturalmente, ogni azienda ha le sue peculiarità e, dunque, sta a noi trovare le soluzioni che meglio possono funzionare per coinvolgere il personale.
Per concludere, potremmo dire che costruire un ecosistema formativo non significa acquistare una piattaforma ma cambiare la cultura aziendale dell’apprendimento e dell’insegnamento. Significa estendere il processo di Learning & Development a tutto il personale.
Il risultato strabiliante è quello di poter attingere a tutte le risorse presenti in azienda e sfruttarne ogni competenza e potenzialità. Vi sembra poco?